Rosso Fuoco...Rosso Amore
La storia di un secolo che ha fatto sognare un paese...L'Italia.
martedì 21 luglio 2009
domenica 19 luglio 2009
Le loro mani esprimono tutto quello che la bocca non dice.
Sono molto felice dell’argomento scelto da trattare “la lingua Italiana dei Segni” (LIS), il motivo è semplice…posso raccontarvi la mia esperienza personale visto che nel 1996 ho frequentato per 6 mesi un corso, tra i vari ragazzi che ho conosciuto c’è stata una coppia veramente speciale, i loro nomi sono Maria e Raffaele. Sono fidanzati da una vita e sono veramente gioiosi insieme.
Abbiamo convissuto per tutto il periodo del corso, infatti alloggiavamo nello stesso albergo, esattamente camere comunicanti.
Sono entrambi sordi e non mi era mai capitato fino ad allora di conoscere una persona sorda.
I primi tempi ho avuto molta difficoltà nel conversare, mi imbarazzavano i lunghissimi silenzi che purtroppo io non sapevo ancora colmare, pensavo e ripensavo a cosa volesse dire non sentire nessun suono, la voce delle persone care, i piacevoli suoni che la natura e il mondo trasmette continuamente.
Nell’uscire insieme ho avuto modo di capire come a volte sia più chiaro uno sguardo che mille parole, infatti mi sono reso conto che stando con loro presto molta più attenzione ai loro occhi, alle loro espressioni facciali, più di quanto faccio nella vita quotidiana.
Le loro mani esprimono tutto quello che la bocca non dice.
La mia prima difficoltà infatti nasceva proprio da questo, non essendo per niente abituato, tendevo a guardare la bocca, successivamente spostavo il mio sguardo sulle mani.
Presto mi sono anche reso conto di quanta poca attenzione prestavo, infatti tantissime sensazioni che una persona vuole trasmettere sono accompagnate dai movimenti del corpo, dal modo di guardare, di imbronciare il viso.
I primi giorni sono stati pazzeschi, loro ed io avevamo molta voglia di relazionarci ma non ci riuscivamo a sufficienza, poi però con ‘aiuto della cara penna e foglio è stato più semplice.
Sono passati quasi 13 anni e la nostra amicizia, anche se non ci vediamo giornalmente per motivi di distanza, mi ha e mi offre tanto, sia a livello umano che lavorativo. Infatti, visto il lavoro che faccio, istruttore amministrativo presso il centro per l’impiego, mi è capitato di dover svolgere delle pratiche anche per dei Ragazzi con questi deficit e la frequentazione con i miei cari amici mi ha dato la possibilità di riuscire a comunicare in modo più chiaro con persone con i loro stessi problemi.
I miei stessi colleghi, qualora si presenti una persona con questo deficit, non ci pensano due volte ad accompagnarli da me, ma questo non per una questione di discriminazione, assolutamente, ma per un motivo pratico e di esigenze da ambo le parti; infatti la persona in questione si trova un po’ più a suo agio poiché ha di fronte a sé un’altra che la comprende un po’ di più, dall’altro lato, riesco a capire in modo più veloce ciò che mi viene chiesto e di cui ha bisogno la persona in questione.
La penna e la carta con il tempo vanno scomparendo, non servono quasi più, riusciamo a comunicare molto meglio
Certo non sono in grado di capire tutto ma me la cavo, per mancanza di tempo non posso approfondire e imparare la lingua dei segni in modo sufficiente, ma è un proposito che mi pongo per il futuro.
Abbiamo convissuto per tutto il periodo del corso, infatti alloggiavamo nello stesso albergo, esattamente camere comunicanti.
Sono entrambi sordi e non mi era mai capitato fino ad allora di conoscere una persona sorda.
I primi tempi ho avuto molta difficoltà nel conversare, mi imbarazzavano i lunghissimi silenzi che purtroppo io non sapevo ancora colmare, pensavo e ripensavo a cosa volesse dire non sentire nessun suono, la voce delle persone care, i piacevoli suoni che la natura e il mondo trasmette continuamente.
Nell’uscire insieme ho avuto modo di capire come a volte sia più chiaro uno sguardo che mille parole, infatti mi sono reso conto che stando con loro presto molta più attenzione ai loro occhi, alle loro espressioni facciali, più di quanto faccio nella vita quotidiana.
Le loro mani esprimono tutto quello che la bocca non dice.
La mia prima difficoltà infatti nasceva proprio da questo, non essendo per niente abituato, tendevo a guardare la bocca, successivamente spostavo il mio sguardo sulle mani.
Presto mi sono anche reso conto di quanta poca attenzione prestavo, infatti tantissime sensazioni che una persona vuole trasmettere sono accompagnate dai movimenti del corpo, dal modo di guardare, di imbronciare il viso.
I primi giorni sono stati pazzeschi, loro ed io avevamo molta voglia di relazionarci ma non ci riuscivamo a sufficienza, poi però con ‘aiuto della cara penna e foglio è stato più semplice.
Sono passati quasi 13 anni e la nostra amicizia, anche se non ci vediamo giornalmente per motivi di distanza, mi ha e mi offre tanto, sia a livello umano che lavorativo. Infatti, visto il lavoro che faccio, istruttore amministrativo presso il centro per l’impiego, mi è capitato di dover svolgere delle pratiche anche per dei Ragazzi con questi deficit e la frequentazione con i miei cari amici mi ha dato la possibilità di riuscire a comunicare in modo più chiaro con persone con i loro stessi problemi.
I miei stessi colleghi, qualora si presenti una persona con questo deficit, non ci pensano due volte ad accompagnarli da me, ma questo non per una questione di discriminazione, assolutamente, ma per un motivo pratico e di esigenze da ambo le parti; infatti la persona in questione si trova un po’ più a suo agio poiché ha di fronte a sé un’altra che la comprende un po’ di più, dall’altro lato, riesco a capire in modo più veloce ciò che mi viene chiesto e di cui ha bisogno la persona in questione.
La penna e la carta con il tempo vanno scomparendo, non servono quasi più, riusciamo a comunicare molto meglio
Certo non sono in grado di capire tutto ma me la cavo, per mancanza di tempo non posso approfondire e imparare la lingua dei segni in modo sufficiente, ma è un proposito che mi pongo per il futuro.
Una morte che si poteva evitare
Ciao Ragazzi,
questo post è dedicato a tutti coloro che tengono alla VITA.
Ieri, dove vivo io, è stato celebrato un funerale per un ragazzo di soli 16 anni.
Il mio blog parla della Ferrari e indirettamente dell’alta velocità … ma di un’alta velocità che si pratica su piste, quasi, sicure dove i piloti sono uomini che della velocità hanno fatto il loro mestiere.
Vi raccontavo di Antonio, questo era il suo nome.
Correva, correva e correva con il motorino, senza casco, con l’incoscienza di essere solo sulla strada e che nulla potesse fermarlo.
Si è schiantato frontalmente contro un autobus di turisti, morto sul colpo.
Per due sere i vigili del posto, invano, hanno cercato di fermarlo e sequestrargli il motorino…ma lui niente non si è fermato.
Vi domanderete perché ne parlo.
Io ho 34 anni, fatti ieri, ma posso dire che sono nato due volte, la seconda volta nel 1989.
Avevo 14 anni quando, di domenica, mi ritrovo la ruota del motorino bucata. Volevo ripararla per fare un giro, così ho chiamato il gommista vicino casa mia che ha risolto tutto.
Casualità in quel momento scende il mio cuginetto di quasi 10 anni,Vincenzo , che per me stravedeva, si mette in sella al motorino.
Eravamo fermi sul marciapiede di casa, motorino spento, io e mio cugino sulla moto.
Ricordo solo che due folli con due macchine facevano una gara nel centro abitato ad alta velocità, uno di loro ci prende in pieno.
Mio cugino muore sul colpo, aveva neanche dieci anni, io in coma per molti, troppi mesi…decine e decine di interventi, non ricordavo più nulla, il dolore fisico e il senso di colpa mi distruggeva.
Loro non hanno mai pagato.
Questo sfogo per dirvi:
ragazzi, sulla strada non si scherza, anche se una persona guida bene ed è attenta, gli altri possono non esserlo. Il casco serve per proteggere, per proteggere voi.
Spererei che morti del genere non ce ne fossero più…ma è solo un sogno e me ne rendo conto.
questo post è dedicato a tutti coloro che tengono alla VITA.
Ieri, dove vivo io, è stato celebrato un funerale per un ragazzo di soli 16 anni.
Il mio blog parla della Ferrari e indirettamente dell’alta velocità … ma di un’alta velocità che si pratica su piste, quasi, sicure dove i piloti sono uomini che della velocità hanno fatto il loro mestiere.
Vi raccontavo di Antonio, questo era il suo nome.
Correva, correva e correva con il motorino, senza casco, con l’incoscienza di essere solo sulla strada e che nulla potesse fermarlo.
Si è schiantato frontalmente contro un autobus di turisti, morto sul colpo.
Per due sere i vigili del posto, invano, hanno cercato di fermarlo e sequestrargli il motorino…ma lui niente non si è fermato.
Vi domanderete perché ne parlo.
Io ho 34 anni, fatti ieri, ma posso dire che sono nato due volte, la seconda volta nel 1989.
Avevo 14 anni quando, di domenica, mi ritrovo la ruota del motorino bucata. Volevo ripararla per fare un giro, così ho chiamato il gommista vicino casa mia che ha risolto tutto.
Casualità in quel momento scende il mio cuginetto di quasi 10 anni,Vincenzo , che per me stravedeva, si mette in sella al motorino.
Eravamo fermi sul marciapiede di casa, motorino spento, io e mio cugino sulla moto.
Ricordo solo che due folli con due macchine facevano una gara nel centro abitato ad alta velocità, uno di loro ci prende in pieno.
Mio cugino muore sul colpo, aveva neanche dieci anni, io in coma per molti, troppi mesi…decine e decine di interventi, non ricordavo più nulla, il dolore fisico e il senso di colpa mi distruggeva.
Loro non hanno mai pagato.
Questo sfogo per dirvi:
ragazzi, sulla strada non si scherza, anche se una persona guida bene ed è attenta, gli altri possono non esserlo. Il casco serve per proteggere, per proteggere voi.
Spererei che morti del genere non ce ne fossero più…ma è solo un sogno e me ne rendo conto.
lunedì 6 luglio 2009
domenica 5 luglio 2009
MEMORIAL LUCA ZERILLI LE FERRARI SUI TRE COLLI
Il MEMORIAL LUCA ZERILLI LE FERRARI SUI TRE
COLLI si è tenuto il 31 maggio presso il "Parco Commerciale Le Fontane" dove si è svolto dalle ore 16.00 anche lo Spinning Event Catanzaro ( 200 bike da spinning).
E' stato uno spettacolo vedere tutte quelle Ferrari, rosse-gialle-bianche-nere, in fila; la manifestazione è stata arricchita dalla presenza di 200 uonimi e donne di tutte le età in sella alle bike da spinning.
COLLI si è tenuto il 31 maggio presso il "Parco Commerciale Le Fontane" dove si è svolto dalle ore 16.00 anche lo Spinning Event Catanzaro ( 200 bike da spinning).
E' stato uno spettacolo vedere tutte quelle Ferrari, rosse-gialle-bianche-nere, in fila; la manifestazione è stata arricchita dalla presenza di 200 uonimi e donne di tutte le età in sella alle bike da spinning.
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